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Orlando Saraceno
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Alcune opere di Orlando Saraceno:
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Orlando Saraceno nasce a Brescia nel 1917. Terminati gli studi tecnico-commerciali, frequentò in compagnia degli amici Gabriel e Mario Gatti
la Scuola d'Arte "Moretto" a Brescia. Fu allievo del pittore Tita Mozzoni e in seguito, con Gabriel Gatti, del pittore Emilio Pasini.
Chiamato alle armi nel 1938, partecipò alla seconda guerra mondiale; fatto prigioniero dagli inglesi nel 1943, fu messo in campo di concentramento
a Tel El Kebir (Egitto) e rimpatriato alla fine del 1945.
Ritrovato l'amico Gabriel, frequentò il suo studio saltuariamente. Stimolato dal pittore M° Adolfo Mutti, fece la sua prima personale nel 1960. In
seguito partecipò a diverse collettive e premi di pittura, non mancando di essere presente in diverse gallerie con le sue personali fino al 2000.
Da anni è assiduo frequentatore del Circolo Culturale Don Emilio Verzeletti, cui ha donato la propria collezione di apparecchiature fotografiche,
esposte presso la sede del Circolo.
Si è spento nel gennaio 2008.
Dicono di lui:
Artista e poeta romantico di una natura sovrana e incontaminata. [...]
Il mondo della sua arte - L'innata passione per la sua arte lo ha portato, in queste sue ultime opere, nelle campagne,
ma soprattutto nelle montagne e nelle valli, non solo di casa nostra, alla ricerca di angoli a lui congeniali, per dare libero spazio
al suo estro multiforme ed eclettico. La natura sovrana che ha scoperto diviene sovrana sulle sue tele laddove il reale, l'impressione e
l'espressione godono e si crogiolano nelle venature di una poesia crepuscolare, romantica, quasi un cantico di voci bianche che si dispiega
nel sole, nelle prime brume autunnali, nel silenzio ovattato di una nevicata.
I suoi colori - Squillanti nella gamma esplosiva dei verdi e degli azzurri quasi taglienti nelle lame di luce che accarezzano i rustici
e le cascine, nel colore rovente dell'estate. Morbidi e stemperati dalla struggenza autunnale, laddove il verde marcio, l'ocra, il marrone,
il giallo sfumato creano un ambiente di riposo e di abbandono dolce e rilassante. Freddi ma non glaciali nelle soffici nevicate dell'inverno,
nel silenzio di una interluce di nebbia impalpabile che invita a una quieta meditazione simile a quella della natura in letargo.
I suoi personaggi - Vita contadina di tutti i tempi, così le donne intente nell'antica lavorazione del canape, così contadini e contadine
curvi al taglio del grano maturo, così le suorine che biascicano preghiere sferruzzando all'ombra di un albero, cos un branco di pecore lanose
che tornano all'ovile; così buoi pronti a trainare i carri colmi di erba fragrante, così i volti espressivi di uomini e donne còlti in momenti
impensati della loro giornata.
Il cuore della sua Brescia - Infine quelli scorci romantici della sua e della nostra vecchia Brescia, un centro storico gonfio e saturo
di poesia, del più puro dialetto bresciano.
(Prof.ssa Nerina Valeri)
Orlando Saraceno, con i dipinti relativi alla sua permanenza parigina, è riuscito definitivamente a rompere i limiti della provincia, non soltanto
in senso geografico, ma più propriamente pittorico. [...]
Nel soggiorno parigino, Orlando Saraceno ha tratto maggior ispirazione dagli aspetti più tipici della grande città e ne ha saputo cogliere la
viva atmosfera, strutturalmente equilibrato nelle linee e nella sintesi del colore, raffinato nei rapporti tonali che, oltre ai morbidi grigi,
esprimono una tavolozza varia, sensibilissima ed emotiva così che ne deriva particolare ed intensa suggestione d'insieme. [...]
Sono quadri di potente forza evocativa.
(Alberto Morucci)
Orlando Saraceno è pittore d'impronta genuina anche quando la sua ricerca formale si spinge oltre il limite dell'immediato nella sfera
dell'interiorizzazione. Lo dimostra la personale che ormai sta per concludersi alla Piccola Galleria U.C.A.I. a Brescia. Sono esposte opere
dal taglio rinnovato, in una rivisitazione di vagheggiamento cubista alternate ad altre di tendenza astratto-figurativa.
Saraceno si mantiene ancora aderente alla sua tradizionale radice, affiora preponderante la sensibilità impressionista e un pacato naturalismo
di schietta maniera lombarda. Le configurazioni paesaggistiche e le composizioni oggettuali si evidenziano pur fra le segmentazioni segniche
e cromatiche che rendono più dinamico lo spazio compositivo.
Talvolta il vibrante senso del colore, con scansioni di contrastante tonalizzazione, catalizza l'attenzione su intuizioni di vibratili
luminiscenze di respiro informale spronate verso una più ardita dimensione. Sono voli pindarici che forse preludono ad un prossimo approdo
già consolidato. Dobiamo intanto osservare molti spunti creativi felici e anche gradevoli sul piano percettivo. Positivo sintomi di una
"volontà" capace di generare nuovi orizzonti ideativi per i quali Saraceno lavora alacremente inseguendo un sogno dove si assommano piaceri
ludici e preludi di incondizionata libertà espressiva.
(Alberto Chiappani, La Voce del Popolo - n. 13 - 31/03/2000)
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