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SAGGIO DI PIANOFORTE

di Moretti Gionata
27/06/2005

Molti considerano la musica classica come qualcosa di obsoleto e noioso, troppo distante dalla modernità.
Probabilmente queste persone non possiedono la profondità necessaria per capirla, per coglierne l’essenza, oppure non hanno mai avuto l’occasione di ascoltarla veramente. La straordinaria potenza espressiva, che solo quest’arte pura sa generare, innalza infatti l’ascoltatore ad una dimensione superiore, senza spazio e senza tempo, dove il fluire delle emozioni diviene un balsamo per l’anima, che ci libera catarticamente dell’angoscia insita nella nostra vita.
Il Circolo Culturale Don E. G. Verzeletti di San Paolo ha, tra i suoi scopi, quello di sensibilizzare i nostri cittadini, con particolare attenzione ai giovani, alla musica classica. Il fatto che la Scuola di Pianoforte del Circolo sia una delle più fruttifere e consolidate è chiaro sintomo del raggiungimento dello scopo.
Gli allievi hanno avuto modo di dimostrare il loro impegno e le loro capacita nel tradizionale Saggio di fine anno, quest’anno tenutosi nella sede del Circolo, a Scarpizzolo, il giorno 9 giugno. In esso i ragazzi hanno potuto esibirsi davanti ai loro genitori e ad una sessantina di altri spettatori, desiderosi di riempire una fresca giornata estiva nel miglior modo possibile.
Colpiti dall’imponente e suggestivo pianoforte, donato dalla famiglia Corioni nell’Ottobre scorso, i presenti hanno cominciato ad ammirarlo, discorrendo piacevolmente mentre i trepidanti allievi terminavano i preparativi.
L’inizio della manifestazione è stato segnato dall’intervento profondo ed essenziale del Presidente del Circolo Angelo Martani. Egli ha dedicato la serata alla memoria di Domiziano Merlini, un giovane frequentatore del Circolo, scomparso tragicamente tre anni fa, facendo dono alla famiglia del suo ritratto.
Successivamente ha ringraziato il maestro Roberto Bulla, il responsabile del corso, per la sua professionalità e dedizione.
Il cuore dell’evento è stato occupato dall’esibizione dei ragazzi: la prima è stata Silvia Sbaraini, che ha presentato un riflessivo preludio per poi passare a melodie più vivaci. La ragazza ha poi suonato un brano a quattro mani con il maestro e alcuni altri con la seconda allieva, Silvia Carini, che poi si è esibita da sola in alcune melodie, distinguendosi per il tocco aggraziato.
Segue il piccolo Filippo Sbaraini, dell’età di soli otto anni, che colpisce tutti per la semplicità, per la spensieratezza, per la tenerezza con cui le piccole dita incontrano i grandi tasti. Ancora una volta il passaggio da un allievo all’altro avviene con alcuni brani a quattro mani eseguiti da entrambi. Così Filippo ed Irene Sbaraini eseguono il bellissimo "Inverno" di Vivaldi e le poderose note dell’ "Inno alla Gioia" di Beethoven. La ragazza si è poi distinta nell’esecuzione di brani estremamente variegati, tra cui spicca l’altalenante susseguirsi di note di un canto popolare ucraino.
L’allievo successivo, Francesco Alghisi, dotato di uno stile molto personale, ha poi dato prova di una grande calma e precisione, soprattutto nell’esecuzione dei brani a quattro mani con Giulia Migliorati: dalla straordinaria dolcezza del "Mattino" di Grieg, alla vibrante "Eine Kleine Nachtmusic" di Mozart, alla profondissima "Aria sulla quarta corda" di Bach, fino ad arrivare all’inconfondibile allegria del "Can Can" di Offenbach. L’esibizione si chiude con la "performance" di Giulia Migliorati, dal tocco guizzante e ben scandito.
Al termine, il presidente ha effettuato un piccola riflessione sull’importanza dell’impegno, pienamente concretizzata dai bravissimi allievi, che hanno saputo vincere l’emozione e la paura con una tenace volontà. Dopo aver presentato brevemente le diverse iniziative del Circolo in questa XIX stagione d’arte, egli ha poi premiato con un attestato i ragazzi, felici per gli scroscianti applausi e per la classica foto ricordo.
In chiusura il maestro Roberto Bulla ha voluto coronare la magnifica serata con una toccante interpretazione di un meraviglioso brano di Beethoven: il "Chiaro di Luna", la cui dolce malinconia ha colpito profondamente l’anima dei presenti: tra i pensieri evocati dalla melodia non poteva mancare il ricordo del nostro amico scomparso, che, per usare le stesse parole del presidente, "era lì con noi, a gioire con noi, ad ascoltare quella bellissima melodia".

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